Dal 1901 la Camera del lavoro di Biella con le sue strutture decentrate sul territorio è stata ed è tuttora parte integrante e viva non solo del movimento operaio italiano, ma della comunità locale, nella sua funzione sociale di soggetto collettivo radicato nel territorio, modellato dalla sua struttura geografica, sociale ed economica. E che su tale struttura ha a sua volta lasciato un segno profondo. È una lunga storia che ha i suoi “antefatti” nella ricca, vitale e capillarmente diffusa rete di associazioni operaie e popolari che fin dalla metà dell’Ottocento hanno popolato il distretto tessile laniero. Ci sono eventi, scelte politiche, lotte che contraddistinguono la vicenda sindacale biellese, tratti di identità nella storia di questo territorio e contributi determinanti, in alcuni casi anticipatori, alle conquiste del movimento dei lavoratori locale e nazionale.
Sono questi i primi obiettivi su cui la Camera del lavoro nata nel 1901 costruisce la sua rappresentanza e organizza i suoi associati.
Tra il 1912 e il 1913 gli scalpellini della Balma, nella Valle Cervo, svolgono uno sciopero esemplare per tenuta e qualità politica della vertenza.
Nel 1942 parte dai cappellai e in buona parte dalle operaie il primo significativo movimento di lotta clandestino che anticipa di un anno gli scioperi che scuotono il Nord.
Dopo l’occupazione della Casa del popolo di Biella e fino alla caduta del fasci smo non si può parlare di un movimento sindacale organizzato: singoli militanti e dirigenti mantenevano collegamenti sfilacciati e discontinui con fabbriche e gruppi di lavoratori.
Un caso unico nella storia della Resistenza, segna una relazione del tutto straordinaria tra guerra di liberazione e movimento sindacale, che va ben oltre la già generosa partecipazione delle fabbriche biellesi agli scioperi del ‘43 e del ‘44.
Nel dicembre del ‘43 la prima ondata di scioperi biellesi a cui seguì la seconda del marzo ‘44 diedero quella che fu, sicuramente, l’impronta sociale della lotta partigiana e della Resistenza del Biellese, una terra generosa che, prima ancora di sconfiggere il nazifascismo in campo militare, riuscì ad isolarlo sul terreno sociale.
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